Le Melette

Con il nome generico di Melette si intende quel gruppo di rilievi montuosi tondeggianti e ricoperti prevalentemente da pascolo, situato nella parte nord orientale dell'Altipiano, dal comune di Gallio fino al comune di Foza e comprendente i monti Sbarbatal, Meletta di Gallio, Zomo, Fior, Spil, Miela, Castelgomberto, Tondarecar e Badenecche.
Queste montagne, la cui altezza varia dai 1400 ai 1800 mt. circa, sono caratterizzate da formazioni rocciose molto particolari, che non avevo mai visto altrove, e che hanno suggerito il nome di "Città di roccia"; inoltre ho notato anche la presenza di estese pavimentazioni di rocce chiamate Karren, tipiche delle zone carsiche.
Io mi sono recato per tre volte a visitare queste zone, una volta salendo dalla valle di Campomulo per la stradina sterrata che porta a malga Slapeur e le altre due volte salendo da Lazzaretti per la strada sempre sterrata che porta a malga Fratte e poi a malga Lora.
Ogni volta sono rimasto incantato dalla bellezza di questi luoghi e mi sono commosso davanti alle innumerevoli lapidi che ricordano il sacrificio di così tanti soldati, sia italiani che austro-ungarici e camminando lungo le chilometriche trincee del monte Fior, del monte Spil e dentro ai camminamenti di roccia e ai massi con feritoie del monte Castelgomberto, il mio pensiero è andato a quelle due sanguinose battaglie del giugno 1916 e del novembre 1917 nelle quali, come anche in altri luoghi come il monte Cengio e il passo Buole, gli austriaci sono stati quasi sul punto di sfondare l'ultima resistenza dei nostri eroici soldati per riversarsi come un fiume in piena nella pianura veneta e prendere alle spalle l'Armata dell'Isonzo.
Tuttavia essi vennero fermati e da lì iniziò la rinascita anche morale del nostro esercito che portò ai successi del Piave, del Grappa e di Vittorio Veneto.
La prima battaglia delle Melette rientra nella più vasta offensiva a.u. nota come Strafexpedition e iniziò i primi giorni del giugno 1916, quando l'esercito imperiale aveva già conquistato buona parte dell'Altipiano compresi gli abitati di Asiago e di Gallio.
La battaglia infuriò per più di venti giorni nel corso dei quali le truppe austro-ungariche, che comprendevano anche reggimenti della Stiria e della Bosnia Erzegovina, in netta superiorità di uomini e di mezzi (specialmente di cannoni e obici di grosso calibro), riuscirono ad espugnare via via le diverse cime come la Meletta di Gallio, il monte Fior (ben diverso da quello che ci viene mostrato nel film "Uomini contro" di Francesco Rosi), lo Spil, il Miela e il Castelgomberto.
Di fronte hanno solo quattro Battaglioni alpini e due battaglioni della gloriosa Brigata Sassari (della quale si trovano lapidi a ricordo su tutti i fronti con esclusione forse solo delle vette alpine più alte come l'Adamello e l'Ortles Cevedale) che devono cedere alle superiori forze nemiche, ma facendo pagare loro un caro prezzo, fino a quando il 25 giugno l'offensiva a.u. si arresta di fronte alla incrollabile resistenza delle nostre truppe sulla linea dei monti Tondarecar e Badenecche, da dove l'occhio spazia sulla invitante e ricca pianura veneta sottostante.
Da lì inizia il ripiegamento a.u. sulla formidabile linea di resistenza Portule- Ortigara che segna la fine della Strafexpedition.
La seconda battaglia delle Melette è invece conseguenza della drammatica rotta di Caporetto, quando le nostre Seconda e Terza Armata furono costrette a ritirarsi fino al Tagliamento prima e al Piave poi.
Mentre le forze austriache e tedesche vittoriose sull'Isonzo e sul Tagliamento continuavano ad avanzare e quelle italiane si attestavano sul Grappa e sul Piave, il Comando Supremo italiano, attendendosi una nuova offensiva anche sull'Altipiano, saggiamente decideva, ai primi di novembre del 1917, di far spostare la nostra linea di difesa da Cima Caldiera-Valle di Campomulo, indietro fino all'acrocoro delle Melette, dove si era già provveduto alla creazione di qualche opera di difesa, compatibilmente con la natura del terreno, prevalentemente prati dove si potevano solo scavare trincee nella terra.
Le forze in campo comprendevano 33 battaglioni con 500 pezzi di artiglieria per gli imperiali e solo 22 battaglioni con circa 160 pezzi di artiglieria per gli italiani.
Come si vede la situazione è completamente ribaltata rispetto alla battaglia dell'Ortigara, conseguenza della rotta di Caporetto nella quale gli italiani persero fra morti, feriti e prigionieri più di 400.000 uomini e migliaia di cannoni e di altre attrezzature.
L'offensiva a.u. inizia il 10 novembre e termina il 5 dicembre 1917 con la completa occupazione di tutto l'acrocoro delle Melette da parte degli imperiali, naturalmente dopo una serie lunghissima di attacchi e contrattacchi. La battaglia, durata quasi un mese, costa agli italiani circa 18.000 caduti ma molti di più agli a.u. a conferma del fatto che a quei tempi attaccare era quasi sempre più duro che difendersi.
Gli italiani si ritirano sulla linea dei monti Valbella, Col del Rosso, Col d'Ecchele , dove nel gennaio 1918 si svolgerà la seconda battaglia dei Tre Monti, con l'arresto definitivo dell'avanzata austriaca.
Consiglio agli interessati il bellisimo libro di Bepi Boccardo dal titolo "Melette 1916-1917" editore Gino Rossato.
Questo libro, ricco di interessanti fotografie dell'epoca, racconta dettagliatamente lo svolgersi delle due battaglie e mi ha molto aiutato nella scelta degli itinerari.

Lapide a ricordo dei Caduti del 2 Reggimento Fanteria della Bosnia Erzegovina.
Lapide a ricordo dei Caduti del 2o Reggimento Fanteria della Bosnia Erzegovina.
La Città di Roccia del monte Fior
La Città di Roccia del monte Fior
La Città di Roccia del monte Fior
La Città di Roccia del monte Fior
La Città di Roccia del monte Fior
La Città di Roccia del monte Fior
La Città di Roccia del monte Fior
La Città di Roccia del monte Fior
La curiosa formazione rocciosa, detta Karren
La curiosa formazione rocciosa, detta Karren
La curiosa formazione rocciosa, detta Karren
La curiosa formazione rocciosa, detta Karren
Sullo sfondo il monte Fior
Sullo sfondo il monte Fior
La Città di Roccia del monte Fior
La Città di Roccia del monte Fior
La Città di Roccia del monte Fior
La Città di Roccia del monte Fior
La Città di Roccia del monte Fior
La Città di Roccia del monte Fior
La Città di Roccia del monte Fior
La Città di Roccia del monte Fior
La Città di Roccia del monte Fior
La Città di Roccia del monte Fior
La Città di Roccia del monte Fior
La Città di Roccia del monte Fior
La Città di Roccia del monte Fior
La Città di Roccia del monte Fior
La Città di Roccia del monte Fior
La Città di Roccia del monte Fior
Monte Spil, lapide di un Caduto del 5  Alpini
Monte Spil, lapide di un Caduto del 5o Alpini
Quota 1808 del monte Spil
Quota 1808 del monte Spil
Dal monte Spil il trincerone che arriva al monte Fior
Dal monte Spil il trincerone che arriva al monte Fior
Trincea sullo Spil
Trincea sullo Spil
Dal monte Fior vista sul monte Castelgomberto
Dal monte Fior vista sul monte Castelgomberto
Monte Fior, crateri di granate
Monte Fior, crateri di granate
Monte Fior, quota 1824
Monte Fior, quota 1824
Monte Fior, trincerone a zig zag
Monte Fior, trincerone a zig zag
La selletta Stringa, che separa il monte Fior dal monte Castelgomberto
La selletta Stringa, che separa il monte Fior dal monte Castelgomberto
Lapide al volontario triestino irredento S. Ten. Guido Brunner
Lapide al volontario triestino irredento S. Ten. Guido Brunner, caduto alla selletta Stringa l'8 giugno 1916 e decorato di medaglia d'oro al V.M.
La medaglia d'oro al V.M. Guido Brunner, aggregato alla Brigata Sassari
La medaglia d'oro al V.M. Guido Brunner, aggregato alla Brigata Sassari. Foto dal libro di Bepi Boccardo "Melette 1916-1917"
Monte Castelgomberto; qui le rocce hanno creato una trincea naturale.
Monte Castelgomberto; qui le rocce hanno creato una trincea naturale.
Monte Fior visto dal Castelgomberto; trincea e centinaia di crateri di granate
Monte Fior visto dal Castelgomberto; trincea e centinaia di crateri di granate
Monte Castelgomberto, trincea
Monte Castelgomberto, trincea
Monte Castelgomberto, trincea
Monte Castelgomberto, trincea
Monte Castelgomberto, trincea
Monte Castelgomberto, trincea
Monte Castelgomberto, monumento al Generale Euclide Turba
Monte Castelgomberto, monumento al Generale Euclide Turba, caduto alla selletta Stringa il 22 Novembre 1917, decorato di medaglia d'oro al V.M.
Lapide al Gen. Euclide Turba, il leone del Castelgomberto
Lapide al Gen. Euclide Turba, il leone del Castelgomberto
Il Col. Brigadiere Euclide Turba
Il Col. Brigadiere Euclide Turba, siciliano di nascita, comandava la Brigata Perugia. Ora riposa nel Sacrario di Asiago, insieme agli altri Eroi decorati di medaglia d'oro al V.M. Foto dal libro di Bepi Boccardo "Melette 1916-1917"
Dal Castelgomberto la Piana della Marcesina
Dal Castelgomberto la Piana della Marcesina
Ancora vista sul monte Fior
Ancora vista sul monte Fior
Monte Castelgomberto: caverne e feritoie scavate nelle rocce
Monte Castelgomberto: caverne e feritoie scavate nelle rocce.
Monte Castelgomberto: caverne e feritoie scavate nelle rocce
Monte Castelgomberto: caverne e feritoie scavate nelle rocce.
Monte Castelgomberto: caverne e feritoie scavate nelle rocce
Monte Castelgomberto: caverne e feritoie scavate nelle rocce.
Monte Castelgomberto: caverne e feritoie scavate nelle rocce
Monte Castelgomberto: caverne e feritoie scavate nelle rocce.
Scaletta scavata fra due massi.
Scaletta scavata fra due massi.
Roccione con feritoia per postazione di mitragliatrice
Roccione con feritoia per postazione di mitragliatrice. Questo roccione figura in una foto d'epoca e in un disegno del libro "Melette 1916-1917" di Bepi Boccardo. Mi ero ripromesso di trovarlo e quando ci sono riuscito è stata una grande soddisfazione.
La scoperta che le feritoie sono due; sembra uno strano mostro con la 
proboscide interrata.
La scoperta che le feritoie sono due; sembra uno strano mostro con la proboscide interrata.
Vista da una feritoia della postazione
Vista da una feritoia della postazione
Dall'interno di un'altra caverna vista sulla Piana della Marcesina
Dall'interno di un'altra caverna vista sulla Piana della Marcesina
Lapide alla selletta intitolata al Col. Pirio Stringa
Lapide alla selletta intitolata al Col. Pirio Stringa, comandante del Gruppo Alpini Foza durante la prima battaglia delle Melette. Egli partecipò anche alla battaglia dell'Ortigara.
Caverna scavata nella roccia
Caverna scavata nella roccia
Caverna scavata nella roccia
Caverna scavata nella roccia
Caverna scavata nella roccia
Caverna scavata nella roccia
Caverna scavata nella roccia
Caverna scavata nella roccia
Una incredibile formazione rocciosa
Una incredibile formazione rocciosa
Selletta Baratono fra il monte Badenecche e il monte Tondarecar
Selletta Baratono fra il monte Badenecche e il monte Tondarecar. Venne intitolata al Maggiore Giuseppe Baratono, qui caduto durante la seconda battaglia delle Melette, il 16 nov. 1917.
un'altra lapide in ricordo del Maggiore Giuseppe Isasca
Poco distante dalla precedente un'altra lapide in ricordo del Maggiore Giuseppe Isasca dei bersaglieri, caduto sul monte Badenecche il 4 dic. 1917.
Il monte Badenecche con in primo piano crateri di granata. Sullo sfondo
Malga Xomo.
Il monte Badenecche con in primo piano crateri di granata. Sullo sfondo Malga Xomo.
monumento piramide a ricordo di tutti i Caduti sul monte Tondarecar
Siamo in un bellissimo e folto bosco sul monte Tondarecar e abbiamo trovato questo monumento piramide a ricordo di tutti i Caduti.
Cartello del cimitero militare di malga Lora
Cartello del cimitero militare di malga Lora
Lapidi del cimitero militare di malga Lora
Lapidi del cimitero militare di malga Lora, dove venne arrestata l'offensiva austriaca nel giugno del 1916.
Lapidi del cimitero militare di malga Lora
Lapidi del cimitero militare di malga Lora, dove venne arrestata l'offensiva austriaca nel giugno del 1916.
Malga Lora oggi
Malga Lora oggi
Malga Lora nel 1917
Malga Lora nel 1917. Foto dal libro di Bepi Boccardo "Melette 1916-1917"
lapide alla gloriosa
Brigata Sassari
Valletta fra il monte Fior e il Castelgomberto: lapide alla gloriosa Brigata Sassari.
strada sterrata che porta ai monti Miela, Spil e Fior
Siamo sulla strada sterrata che porta ai monti Miela, Spil e Fior. Notare i buchi di granata.
Il monte Miela con il solito trincerone zigzagante
Il monte Miela con il solito trincerone zigzagante
Il monte Miela con il solito trincerone zigzagante
Il monte Miela con il solito trincerone zigzagante
L'autore dentro un notevole cratere di granata
L'autore dentro un notevole cratere di granata (probabilmente un 305)
Dal monte Miela vista verso il monte Lisser
Dal monte Miela vista verso il monte Lisser, dove si intravede la caserma, mentre il forte italiano è nascosto dietro la cima.
Piana della Marcesina: chiesetta di S. Lorenzo
Siamo nell'incantevole Piana della Marcesina, alla chiesetta di S. Lorenzo, dove sorgeva un grande cimitero militare intitolato al Ten. Raffaele Stasi.
Il monumento con la croce è ciò che resta del cimitero militare.
Il monumento con la croce è ciò che resta del cimitero militare.
Il monumento con la croce è ciò che resta del cimitero militare.
Il monumento con la croce è ciò che resta del cimitero militare.
Alcune pietre portano incisi i nomi dei soldati caduti.
Alcune pietre portano incisi i nomi dei soldati caduti.
lapide di un soldato cecoslovacco
Commovente lapide bilingue fatta erigere nel 1968 su un muro della chiesetta dai parenti di un soldato cecoslovacco caduto nell'aprile del 1918 sul monte Fior (Meletto o Meletta per gli imperiali).
Lapide di un caduto della seconda battaglia delle Melette lungo la strada per Foza
Lapide di un caduto della seconda battaglia delle Melette lungo la strada per Foza
Monumento degli Alpini ai Caduti di Foza costruito con schegge di granata
Monumento degli Alpini ai Caduti di Foza costruito con schegge di granata come quello del granatiere del Cengio.